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Il prurito delle ali



“Se si è bloccati dalla paura della propria autonomia si può rimanere o in una dipendenza, che cercherà sempre qualcuno su cui deporre la propria libertà, o in una ribellione fine a se stessa, incapace di trasformarsi in proposta operativa e autonoma. Se si ha paura del consegnarsi si diventa invece sempre più egocentrici, sempre più competenti o anche perfetti, ma si resterà poco capaci di relazioni genuine e durature”.


Così scrive Giovanni Salonia a proposito della paura dell’individuazione e della paura dell’appartenenza.


Il passo, tratto da Kairos (opera del 1994), è riportato nel testo La relazione assoluta, a cura di Giancarlo Pintus e Maria Vittoria Grolle Santi.


Le due paure (con le rispettive dinamiche) - dicevamo - vanno considerate secondo un doppio riferimento: le specifiche biografie individuali da una parte e gli accadimenti sociali dall’altra.

Questo perché - come sottolinea Salonia - di fronte ad un incombente pericolo comune siamo biologicamente portati ad unirci gli uni con gli altri al fine di aumentare le nostre probabilità di sopravvivenza.

Viceversa, in condizioni di relativa sicurezza tendiamo a percepire come meno stringenti i nostri legami di appartenenza e a riconoscere un margine maggiore alle nostre spinte di tipo individualistico (con tutto ciò che ne consegue).

Quanto esposto - come già anticipato - inevitabilmente fa da sfondo ai vissuti e alle tendenze attinenti alle specifiche biografie personali.


La paura di separarsi dal proprio gruppo (per diventare unici) e la paura di perdere la propria unicità (rimanendo soffocati all’interno di appartenenze percepite opprimenti) quando diventano estreme puntano ai due margini relazionali in cui non c’è vero incontro (né con gli altri, né con se stessi).

Viceversa, quando nella nostra integrità siamo disposti a perderci momentaneamente nell’incontro con l’altro, consapevoli di poterci poi ritrovare, ciascuno nella propria unicità arricchita dall’incontro appena vissuto, allora possiamo davvero sperimentare quella novità che sposa la libertà e l’appartenenza insieme.


Volendo esprimere in altra maniera il rapporto dinamico fra unicità e appartenenza potremmo riformulare quanto fin qui esposto come segue.


Non basta avere delle ali per spiccare il volo, di queste ali occorre assecondarne il prurito (vincendo la paura), consapevoli che ogni volo, in quanto tale - per quanto lungo o breve possa essere - è fatto sempre di distacchi e di ricongiungimenti con il terreno.





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